"Le donne che commettono errori si chiamano madri".
Questa frase di Abigail Van Buren (da Wikipedia ho appreso che è una giornalista statunitense), che per caso ho scovato leggendo una rivista, mi ha parecchio rincuorata visto che mi considero una mamma imperfetta.
Esatto, avete letto bene: sono una mamma imperfetta anzi imperfettissima.
Perché a differenza delle altre mamme "modello" che sanno sempre tutto su come crescere ed educare i loro figli io mi sento costantemente impreparata ad affrontare questo ruolo per come deve o almeno dovrebbe essere svolto.
La mamma perfetta, per esempio, tiene sempre in borsa dei calzini antiscivolo da tirare fuori a casa delle amiche per evitare che il/la proprio/a figlio/a possa scivolare e farsi male. Io invece non ci penso proprio all’antiscovolo, impegnata come sono nella ricerca di una coppia di calzini (uguali possibilmente!) dispersi nella cesta della biancheria da stirare.
La mamma perfetta mette i bimbi a letto presto e li addormenta raccontando loro solo una favoletta della buonanotte o cantandogli una sola ninna nanna. Io metto Giulia a letto verso le 21,30 e per farla addormentare devo raccontarle l’intera collana di Fiabe che possiede o cantarle il meglio dello Zecchino d’oro. Risultato: mi addormento quasi sempre prima di lei esausta e senza fiato.
La mamma perfetta sa come rimproverare in modo educativo i figli motivando il suo disappunto … Io riprendo Giulia quando fa i capricci mettendomi con una faccia seria, ma subito dopo mi viene spontaneo chiederle <<Amore, ma ti sei sentita rimproverata?>>.
Ma a questo punto mi chiedo: bisogna essere proprio così per essere una buona madre?
E’ così strettamente necessario seguire alla lettera i consigli dispensati dai Manuali dei genitori modello per essere considerati tali?
Oppure si può vivere questo status in maniera più spontanea e naturale senza farci condizionare da stereotipi sociali creati da pubblicità di merendine dove tutti sono sempre felici e contenti e le mamme volano su scope magiche per prendere le stelle per i loro bimbi?
Io vivo la maternità come una scoperta costante, continua e piena di tante sorprese .
Per me è istinto puro.
E’ una "situazione" talmente soggettiva che non possono esistere regole da seguire per viverla in pieno (da qui il mio rifiuto a considerare Bibbia quei libri sapientoni su come crescere bene i propri figli).
E forse è proprio per questo motivo che, nonostante siano già passati 3 anni e otto mesi, vivo ancora come se fosse una novità il fatto di essere diventata mamma e giorno dopo giorno mi rendo conto dell’importanza e della “pesantezza” di questo ruolo che cresce sempre di più, completando (e a volte entrando in conflitto) con la mia persona.
Questa frase di Abigail Van Buren (da Wikipedia ho appreso che è una giornalista statunitense), che per caso ho scovato leggendo una rivista, mi ha parecchio rincuorata visto che mi considero una mamma imperfetta.
Esatto, avete letto bene: sono una mamma imperfetta anzi imperfettissima.
Perché a differenza delle altre mamme "modello" che sanno sempre tutto su come crescere ed educare i loro figli io mi sento costantemente impreparata ad affrontare questo ruolo per come deve o almeno dovrebbe essere svolto.
La mamma perfetta, per esempio, tiene sempre in borsa dei calzini antiscivolo da tirare fuori a casa delle amiche per evitare che il/la proprio/a figlio/a possa scivolare e farsi male. Io invece non ci penso proprio all’antiscovolo, impegnata come sono nella ricerca di una coppia di calzini (uguali possibilmente!) dispersi nella cesta della biancheria da stirare.
La mamma perfetta mette i bimbi a letto presto e li addormenta raccontando loro solo una favoletta della buonanotte o cantandogli una sola ninna nanna. Io metto Giulia a letto verso le 21,30 e per farla addormentare devo raccontarle l’intera collana di Fiabe che possiede o cantarle il meglio dello Zecchino d’oro. Risultato: mi addormento quasi sempre prima di lei esausta e senza fiato.
La mamma perfetta sa come rimproverare in modo educativo i figli motivando il suo disappunto … Io riprendo Giulia quando fa i capricci mettendomi con una faccia seria, ma subito dopo mi viene spontaneo chiederle <<Amore, ma ti sei sentita rimproverata?>>.
Ma a questo punto mi chiedo: bisogna essere proprio così per essere una buona madre?
E’ così strettamente necessario seguire alla lettera i consigli dispensati dai Manuali dei genitori modello per essere considerati tali?
Oppure si può vivere questo status in maniera più spontanea e naturale senza farci condizionare da stereotipi sociali creati da pubblicità di merendine dove tutti sono sempre felici e contenti e le mamme volano su scope magiche per prendere le stelle per i loro bimbi?
Io vivo la maternità come una scoperta costante, continua e piena di tante sorprese .
Per me è istinto puro.
E’ una "situazione" talmente soggettiva che non possono esistere regole da seguire per viverla in pieno (da qui il mio rifiuto a considerare Bibbia quei libri sapientoni su come crescere bene i propri figli).
E forse è proprio per questo motivo che, nonostante siano già passati 3 anni e otto mesi, vivo ancora come se fosse una novità il fatto di essere diventata mamma e giorno dopo giorno mi rendo conto dell’importanza e della “pesantezza” di questo ruolo che cresce sempre di più, completando (e a volte entrando in conflitto) con la mia persona.
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