Luci spente.
Il Pal'Art di Acireale strapieno e alle 21 tutti che chiamano "Cesare"... Dal buio alla luce è un attimo: tutto si illumina, si accendono gli schermi giganti e poi arriva lui più figo che mai con una giacca nera e una camicia tigrata e le sue favolose scarpe a punta color argento, vicinissimo a me e Mr. Big che eravamo nel parterre; saluta tutti e ringrazia per il sold out. Parte la musica, inizia a cantare ed esplode una pioggia di stelle filanti e di coriandoli che cade su di noi mentre cantiamo insieme a lui felici di essere li ma anche di esserci regalati una serata soli senza bambine come quando eravamo fidanzati.
A metà concerto mi guardo intorno non ci sono solo ragazzi intorno a noi vedo anche molti genitori che hanno accompagnato i loro figli. Accanto a noi c'è un papà che balla e canta insieme alle sue due figlie. Avranno avuto 12 e 15 anni circa...Penso ai ragazzi di Ancona e ai loro genitori... Smetto di cantare, guardo il tetto del palasport e mi chiedo se è sicuro. Penso alle nanette, per ora sono piccole e noi siamo sempre presenti in tutte le cose che fanno, ma quando cresceranno come potremo proteggerle da tutto quello che noi, come genitori, non possiamo controllare? Come se mi leggesse nel pensiero anche Cesare Cremonini ne parla tutto si ferma per un attimo e cala il silenzio accompagnato da un lungo applauso.
Il concerto riprende e la musica ha il potere straordinario di scacciare via i pensieri tristi. Lui continua a cantare e a correre da un lato all'altro del palco. È ironico, carismatico, coinvolgente, intellettuale, poetico, anche un po' malinconico, stupendo con le sue brillantissime giacche e con quel suo "grazie" dall'accento bolognese che mi piace un sacco.
Ultima canzone e un arrivederci a presto. Le luci del palco si spengono e si riaccendono quelle del palasport.
Usciamo tutti.
Io e Mr. Big ci guardiamo felici e le nostre mani si tengono strettissime. ❤️
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